FONDAZIONE ITALIA®
 
HOME PAGE INDICE
 
Anna Maria Artoni:"Gli orologi del Paese sembrano essersi fermati"

Al convegno di Capri, Annamaria Artoni, presidente dei giovani imprenditori di Confindustria, ha sottolineato non senza preoccupazione:

"Gli orologi del Paese sembrano essersi fermati", ha sottolineato che si assiste a "riforme timide, scioperi aggressivi, finanziarie discusse sui giornali e franchi tiratori in Parlamento, risse tra i partiti e nei salotti televisivi. Intanto l'Europa è ferma, l'Italia è ferma".

 "La fiducia degli operatori economici rimane bassa,c'è podo da stupirsi" ha dichiarato Anna Maria Artoni, e ha lanciato un monito: "L'Italia sta ripiegando su se stessa", in un momento  in cui "forse per la prima volta il treno della ripresa riparte negli Stati Uniti, mentre il vagone europeo si sgancia e rimane immobile".

 Dopo una diagnosi così infausta si deve però potere arrivare a una conclusione positiva.

Anna Maria Artoni,  lancia cinque appelli "per realizzare un nuovo rinascimento fatto di uomini e tecnologie, riattivare fiducia e investimenti, puntare sulla qualità globale". Nella sua relazione, con una metafora sportiva, parla di uno "Stato che non è ancora entrato in partita".

"Smessi i panni del giocatore in un campionato nazionale, deve indossare quelli di allenatore di imprese che gareggiano in un campionato mondiale". Un "nuovo ruolo" che "finora è stato ampiamente sottovalutato". E bisogna "riprendere la strada delle riforme a costo zero: le liberalizzazioni", che "sono le grandi assenti per la Finanziaria del 2004".

 Si rivolge all'Università, agli imprenditori, ai sindacati, alla politica, ed a Confindustria.

Alle Università: "Aiutate le imprese a far crescere il Paese". Agli imprenditori: "Torniamo a sentirci protagonisti". Ai sindacati: "Lo sviluppo si costruisce solo insieme. Non esistono scorciatoie". Alla politica: richiede "un progetto di sviluppo che non escluda nessuno", e che sia "capace di compiere scelte che diano speranza a molti piuttosto che garantire le rendite di pochi", e di "praticare comportamenti coerenti".

 A Confindustria i giovani imprenditori sottolineano che "l'affascinante sfida dei prossimi anni consisterà nel tradurre in consenso sociale l'alto tasso di imprenditorialità oggi presente in Italia", e chiedono di "intercettare la rappresentanza delle nuove imprese e dei nuovi imprenditori.

"È questa la strada per essere protagonisti".