I laboratori romeni hanno confermato la presenza del virus dei polli.
L'Unione europea che inizialmente aveva smentito tracce dell'influenza
aviaria sui campioni prelevati in Romania ha confermato la presenza
del virus. La Commissione Ue precisa in un comunicato che «tre
esperti di laboratorio europei hanno confermato che il virus H5è
stato rilevato in due campioni prelevati da un pollo e da un anatra
prelevati dal delta del Danubio».
Dopo l'annuncio, la Ue ha deciso di vietare le importazioni di volatili
viventi e di tutti i prodotti del settore provenienti dalla Romania.
Intanto per fare il punto della situazione si e' riunito il comitato
di esperti della Ue che si occupa di sicurezza alimentare .
Analisi
sono state effettuate anche in Bulgaria e i primi esiti escluderebbero
la presenza del virus in quel Paese, lo ha dichiarato il ministro
bulgaro dell'Agricoltura, Nihat Kabil.
L'allarme in Romania era stato dato lo scorso ottobre dal ministro
dell'Agricoltura, Gheorge Flutur, che aveva parlato
di sei casi di contagio su volatili romeni, nell'area del delta
del Danubio, una delle zone più a rischio per la presenza
di uccelli migratori provenienti dall'Asia e dalla Siberia, Paesi
in cui il virus ha già colpito.
Notizie
allarmanti anche dalla Turchia, ove, come ha confermato la commissione
Europea, è stato trovato il micidiale ceppo H5N1 del virus
dell'influenza aviaria, che ha già causato la morte di oltre
60 persone nel sud-est asiatico.
Il direttore
dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Lee
Jong-Wook, lancia un nuovo allarme e preannuncia che «l'epidemia
arriverà è solo questione di tempo e avrà conseguenze
disastrose, che faranno sembrare insignificanti quelle provocate
dalla Sars», la polmonite atipica che, esplosa nel 2003, provocando
oltre 700 morti e danni economici nel mondo per oltre 30 miliardi
di dollari.
Finora la trasmissione del virus H5N1 è avvenuta solo da
pollame a uomini e non esistono prove che il virus si sia invece
mai propagato da persona a persona. Ma la comunità scientifica
non esclude che il virus possa mutare in una forma genetica capace
di trasmettersi tra gli esseri umani. Secondo
l'Onu un'epidemia aviaria potrebbe coinvolgere 150 milioni di persone
in tutto il mondo.
Il virologo Fabrizio Pregliasco dell'Università
di Milano, commentando la notizia della presenza accertata del virus
in Turchia ha detto «Il virus dei polli, nel suo ceppo maggiormente
patogeno, l'H5N1 si sta avvicinando ed il fatto che la sua presenza
sia stata accertata in Turchia evidenzia, appunto, che il virus
ha una velocità di diffusione notevole, maggiore rispetto
a quanto si immaginava. Il probabile arrivo del virus in Europa
era infatti atteso per la prossima primavera-estate; le notizie
dalla Turchia dimostrano che i tempi si stanno invece anticipando».
«Il fatto positivo - ha chiarito il professor Pregliasco
- è che negli allevamenti aviari dei nostri Paesi sussistono
condizioni igienico-sanitarie molto buone e spesso eccellenti, e
questo è senza dubbio fondamentale per prevenire la diffusione
del virus; d'altro canto, però, la densità di popolazione
aviaria negli allevamenti europei è altissima e questo rappresenta
un grosso rischio, poichè renderebbe difficilmente controllabile
il diffondersi del virus tra gli animali in allevamento».
14 ottobre
2005
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