Sandro Curzi, consigliere in RAI, apre la
questione morale: «Un anno fa, appena approdato al Consiglio
Rai, parlai di un sistema di potere di "incappucciati".
Pensarono che mi riferissi a una loggia. In realtà prefiguravo
la questione morale Rai. Eccola! Dopo Tangentopoli e Calciopoli
temo che scoppi l'intrattenimento Rai. Costi che lievitano a dismisura.
Sconosciuti che approdano all'improvviso alla celebrità...
Divi guidati da scuderie che passano come palline da Rai a Mediaset».
Sulle intercettazioni,che inchiodano a precise responsabilità
Salvo
Sottile, Malgioglio e il vicedirettore delle risorse umane Giuseppe
Sangiovanni Curzi dice:«Se
tutto fosse vero, sarebbe un intreccio osceno di bassissima politica,
malaffare e tv. Non conosco quel dirigente. Ma
deve avere un gran potere. Sarebbe la prova di quanto sospetto:
in molti show non si arriva dall'Accademia di arte drammatica, dalla
scuola del Piccolo, dalle scoperte di Arbore o Dandini. Ma in altri
modi poco trasparenti. L'universo dello show va rivisto. Perciò
urge un direttore generale armato di pazienza e coraggio, che studi
elenchi, compensi, curriculum, appartenenze a lobby, a influenti
scuderie di artisti». Viene in mente il produttore Bibi Ballandi...
«Nulla contro di lui. Ma noto che ormai per la Rai è
più potente di tanti partiti politici, piccoli e frammentati.
Temo che con quei colossi la libertà di mercato non esista
più. Gli interessi in gioco sono enormi». Sbuffata
di pipa di Curzi, un salto nel passato condito di finte perdite
di memoria: «Ricordo male, o intorno alla successione di Bonolis
ad Affari tuoi ci fu una guerra santa aziendale? Ricordo male o
qualcuno mise un veto a Fabio Fazio e prima di arrivare a Pupo si
discusse e litigò per giorni come per un affare di Stato?».
La pipa si spegne: «Sbaglio o una trasmissione di successo
proprio come quella di Fazio costa immensamente meno di tanti "contenitori"
che non ne sfiorano l'audience? Oddio, meglio non parlare di Fabio,
sennò lo "targo". Ripeto. Altro che Calciopoli...»
19 giugno
2006
|