«Mario
Luzi, grande poeta e senatore a vita, si è spento
stamani nella sua casa fiorentina. È una gravissima perdita
per la città e per il paese. Siamo profondamente addolorati».
L’annuncio e' stato fatto dal sindaco di Firenze Leonardo
Domenici. Con Luzi scompare l'ultimo grande
protagonista della possia del novecento, un secolo che il grande poeta,
90 anni, lo scorso 20 ottobre, aveva percorso quasi per intero, con
totale dedizione alla poesia e alle sue ragioni. Mario Luzi considerato
il protagonista dell’ultima stagione ermetica se ne è
andato da giusto, colto forse da un infarto, nel suo letto, nella
casa a Firenze, vicino all’Arno. Pochi giorni prima del suo
ultimo compleanno,il 14 ottobre scorso, il presidente della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi lo nomino' senatore a vita con
la seguente motivazione: «per aver illustrato la Patria con
altissimi meriti nel campo letterario e artistico».
Per l’estremo omaggio al grande poeta,il comune di Firenze ha
allestito la camera ardente nel Salone dei Cinquecento di Palazzo
Vecchio. Il poeta era legatissimo alla sua terra alla quale aveva
dedicato l’ultimo libro, Toscana mater ed. Interlinea, una sorta
di testamento artistico e spirituale. |
Il poeta, era nato nel 1914, è stato considerato l'ultimo
grande protagonista della stagione dell'Ermetismo. Al 1935 risale
la sua prima raccolta, «La barca», cui è seguito
«Avvento notturno» (1940), testo chiave dell'Ermetismo
fiorentino. Successivamente pubblica: «Un brindisi»
(1946), «Quaderno gotico» (1947), «Primizie del
deserto» (1952), «Onore del vero» (1957), confluiti
con altri versi sparsi in «Il giusto della vita» (1960),
«Nel magma» (1963), «Dal fondo delle campagne»
(1965), «Su fondamenti invisibili» (1971), «Al
fuoco della controversia» (1978, premio Viareggio), «Per
il battesimo dei nostri frammenti» (1985), «Frasi e
incisi di un canto salutare» (1990), «Viaggio terrestre
e celeste di Simone Martini» (1994), cui vanno aggiunti i
poemetti drammatici inclusi in «Teatro» (1993) e i testi
teatrali «Pontormo» (1995), «Io, Paola, la commediante»
(1992) e «Ceneri e ardori» (1997).
Tema
dominante della poesia di Mario Luzi è l'angosciosa contrapposizione
tempo-eternità, individuo-cosmo. Il discorso che ne nasce
(affidato a un pregnante linguaggio analogico) muove da una sorta
di limbo lirico verso una realtà carica di presenze, di 'altri':
questo colloquio col mondo degli uomini e della storia si piega
a volte a dialogo familiare, altre volte diventa presa di coscienza
del lacerarsi di una civiltà.
La sintassi,
inizialmente costretta entro moduli chiusi, si accosta via via al
parlato fino a raggiungere, da "Onore del vero" in poi,
un singolare equilibrio di recitativo e canto. Mario Luzi ha tradotto
da Shakespeare, Coleridge, Racine. Della produzione saggistica vanno
ricordati "L'inferno e il limbo" (1949), "Studio
su Mallarme" (1952), "Tutto in questione" (1965),
"Vicissitudine e forma" (1974), "Spazio stelle voce"
(1992), "Naturalezza del poeta" (1995).
Mario
Luzi ha tradotto da Shakespeare, Coleridge, Racine. Della produzione
saggistica vanno ricordati «L'inferno e il limbo» (1949),
«Studio su Mallarme» (1952), «Tutto in questione»
(1965), «Vicissitudine e forma» (1974), «Spazio
stelle voce» (1992), «Naturalezza del poeta» (1995). |