Il procuratore generale della Corte dei conti, Vincenzo
Apicella,nel giudizio sul rendiconto generale dello Stato
per il 2004. ha delineato una immagine del bel Paese decisamente
preoccupante: «L'Italia da molto tempo vive al di
sopra dei propri mezzi anche a causa delle tentazioni del consumismo».Il
procuratore generale ha inoltre sottolineato che «in altri
tempi si sarebbe parlato della necessità di ricorrere a un
regime di austerità. Oggi non sarebbe possibile: appare invece
più attuale operare una più attenta e responsabile
politica di spesa pubblica e privata». Apicella ha inoltre
lanciato l'ennesimo allarme "il prodotto interno lordo continua
a diminuire con intensità analoga a quella segnata nel quarto
trimestre del 2004 (-0,5%) e le proiezioni per il 2005 indicano
una preoccupante tendenza all'aumento del deficit». Nel 2005
il rapporto deficit/pil potrebbe avvicinarsi al 4%, mentre i parametri
di Maastricht impongono di non superare il 3%.
Infine Apicella ha messo sotto accusa i condoni
e le sanatoria varate dal governo Berlusconi: «Sanatorie,
condoni e i provvedimenti di riforma non solo ridimensionano gli
importi accertati, ma impediscono controlli e valutazioni corretti
sull’intera procedura e sui vari segmenti di attività».
Anche per quanto riguarda la sanita' il procuratore generale ha
rilevato che «Nonostante gli sforzi fatti la sanità
delle 3T (tetti di spesa, tagli e ticket) non ha dato i risultati
sperati. Senza un notevole recupero di efficienza, si prevede un
deficit di almeno 2,5 miliardi di euro, dovuto anche all’assistenza
gratuita agli immigrati». Anche per quanto riguarda gli sprechi
della pubblica aministrazione, Apicella ha detto
"Probabilmente è giunto il momento di abbandonare generiche
considerazioni sull'esistenza di sacche di 'sprechi', che pure esistono,
al riguardo, è necessario distinguere tra 'dispersioni' strutturali
e 'fruizioni' patologiche dei flussi". "Per fronteggiare
le prima - prosegue Apicella - non basta il contrasto in sede giurisdizionale,
che invece resta strumento utile per arrestare e interrompere le
seconde". Anche per quanto riguarda la previdenza bisogna intervenire
" più che mai con le drastiche decisioni che ho auspicato
nei giudizi sui rendiconti degli scorsi anni, quelle decisioni che
l'allungarsi della vita media attiva richiedono", ha detto
il procuratore Apicella. "Occorre - aggiunge - che sia ristabilito
un più equilibrato rapporto tra vita attiva e quella coperta
da pensione". Secondo Francesco Staderini,
presidente della Corte dei Conti "Se il quadro resterà
così negativo, qualche intervento occorrerà, ma spetterà
al governo decidere",e avverte: "un aumento del deficit
si tradurrebbe in un aumento del debito, estremamente negativo per
il rating e la commissione Ue" Roberto Pinza,
presidente della Consulta economica della Margherita definisce "gravi
e preoccupanti" i dati forniti dalla Corte dei Conti, che "spingerebbero
qualsiasi governo serio ad adottare misure di reazione".Per
Enrico Letta, responsabile economico della Margherita,
"La Corte dei Conti smentisce nettamente le rassicurazioni
che il ministro dell'economia Siniscalco ieri ha tentato invano
di spargere di fronte a una platea ormai disillusa".
24 giugno
2005
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